littlewillow

Sarebbe bello iniziare come cantava Elio... "mi presento son l'orsetto - hem hem - "... ma non sarebbe politically correct, temo! Allora che devo dire? Se ho qualcosa da dire lo scrivo nei post, no? E allora, oh basta là! (per citare Jacopino Belbo) ---- :D ----

Sunday, November 26, 2006

Hola a todos! Domani, seminario di storia del pensiero politico in università, il mio primo seminario della specialistica. Tema: il problema della dittatura tra Machiavelli e Schmitt. E' un tema appassionante che mi riporta all'ardente passione politica del liceo... penso veramente che a queste cose mi piacerebbe dedicarmi a tempo pieno, anche se sono combattuta e incerta tra la filosofia politica e la storia della filosofia tout court... è vero che è perfino uscito un libro (di Altini) intitolato "La storia della filosofia come filosofia politica", dedicato all'interpretazione straussiana e schmittiana di Hobbes (libro discreto, scrittura un po' involuta in alcuni punti ma molto interessante l'argomento), per cui ho illustri precedenti! Però, però... non so, certe volte sento che tutto quello che studio è perfettamente inutile, che la storia della filosofia non porta da nessuna parte. Come storica della filosofia il mio obiettivo sarebbe di restituire l'esatto significato delle opere che studio, di calarmi nei panni dell'autore, per quanto antico possa essere, per quanto le sue tesi possano essere sorpassate o inattuali; non dovrei lasciarmi tentare dalla seduzione dell'attualizzazione, non dovrei mettere in bocca ai miei autori affermazioni o meditazioni impensabili alla loro epoca, dovrei anzi - per dire - lavorare su me stessa trasfigurandomi in un giurista-filosofo del XVI secolo per poter capire veramente Jean Bodin.
Eppure questo mi pare da un lato perfettamente inutile, perché non mi darebbe nulla di spendibile nell'attualità (mentre io ho scelto di studiare filosofia per avere uno sguardo "umanistico" sull'attualità, non per contemplarla e basta però, ma per capire dove intervenire per aggiustarla quando qualcosa va male...); d'altro canto mi pare anche un po' illusorio credere di poter attingere a una perfetta identità con il testo che si studia, è un po' come il discorso dell'antropologo e del selvaggio: per quanto ci si sforzi di comprendere l'altro, non si può fare a meno di ricorrere a filtri interpretativi...
Il fatto è che queste non sono domande oziose per me, ne va di quello che deciderò di fare in futuro; o meglio, in realtà potrei semplicemente decidere di lasciarmi trascinare dalle vicende, di non pormi troppe domande e studiare ciò che mi capiterà sotto mano, se mi renderò conto di poterci lavorare con profitto; ma non è che questo sia proprio il massimo!
Time expired for existential questions. Cesso di ammorbarvi con quesiti metafisici e vi auguro una buona cenetta!
[e in questa sera di scontro d'alta classifica, un incoraggiamento ai ragazzi: FORZA INTER!]

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